PROCURA PESARO SOTTO ACCUSA PER GRAVI ABUSI E GRAVI VIOLAZIONI DELLA PERSONALITA

PROCURA DI PESARO.RACCAPRICCIANTI INVESTIGAZIONI AI LIMITI DEL DELIRIO E DELLA FARNETICAZIONE. IL CASO GIA' ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI. MA ALLA PROCURA DI L'AQUILA PENDONO DIVERSI PROCEDIMENTI CONTRO I MAGISTRATI DI PESARO ANCHE DI DUE ANNI FA.

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 ROMA 20/03/2018

Stavolta è toccato ad uno  psichiatra e criminologo, britannico di adozione a finire sotto le grinfie della Giustizia, per la quale aveva lavorato anche come consulente. Francamente il caso ci è sembrato da "fuori di testa", veramente da psichiatria e da criminali e vogliamo riproporvelo nelle sue tappe fondamentali. Abbiamo analizzato gli atti e siamo rimasti esterrefatti. Fortuna vuole che lo psichiatra viva all'estero, non abbia interessi in Italia, abbia altre cittadinanze e sia un crimologo.

Il medico viene indagato per due querele a suo carico da parte di un suo ex paziente, tale Vladimir Fattori e una psicologa, tale Sonia Maria Cuicchi.

Finora tutto nella norma, può succedere e una persona si sente serena fiduciosa nella giustizia.Qui comincia la burla.

Come imposto  dalla legge a magistrati e forze dell'ordine, le indagini su una persona devono essere svolte con neutralità e tersietà al fine di garantire correttezza. In italia la Pubblica Accusa è fatta di magistrati e non avvocati e questo va preteso non è una opzione. Il Pubblico Ministero non può avere pregiudizi ma condurre le indagini non al fine di provare a qualsiasi costo che qualcuno sia colpevole, ma cercando prove anche a favore della innocenza.

Invece come ben scrive la dott.ssa Ursula Franco, criminologo, i Pubblici Ministeri sono incapaci di ammettere i propri errori, di fare passi indietro, creano i mostri creando circoli viziosi inquietanti.

Nel caso in questione capitato al medico abbiamo potuto tastare come si sia arrivati ai limiti del delirio criminale.

I personaggi chiamati in questione sono due Pubblici Ministeri di una procura marchigiana, quella di Pesaro. Dalle nostre fonti ma anche da una nostra visita al Tribunale francamente di lavoro ce ne è poco e le pause sono tante. Ma un ufficio giudiziario deve sopravvivere e deve avere i casi. In questa Procura ci si è occupati di "eclatanti" ma poi "inconcludenti" casi come quello contro il prof Lucarelli, il testamento di Pavarotti, la rapida vicenda dell'Avvocatessa sfigurata dall'acido (mai un tribunale era stato tanto veloce), al nuotatote Magnini, al motociclista Valentino Rossi.

Il caso è già approdato non solo alla Procura di L'Aquila ma anche  Consiglio Superiore della Magistratura e al Parlamento Europeo per sospetta grave violazione dei diritti della Unione.

I Pubblici Ministeri Maria Letizia Fucci e Fabrizio Giovanni Narbone, indagano su uno psichiatra e criminologo, insieme a un team  della Polizia Giudiziaria fatto da tali agenti di Pg della Polizia di Stato di Pesaro Maria Cristina Armini, Cristina Battistelli, Antonio De Falco e Christian Spasaro. Apparentemente tutto nella normale routine di indagini di una Procura se non fosse per il continuo emergere di  gravi e  sospette attività di investigazione, al punto da costringere lo psichiatra a denunciare magistrati e un consulenteinformatico tale Giuseppe Dezzani, che h svolto perizie anche sul caso Concordia e sul delitto di Elena Ceste.

Il medico ritiene sospette le investigazioni fatte su di lui da parte dei pesaresi  e decide di sporgere denunce alle Autorità Italiane ed Europee. Dalle nostre indagini emergono fatti investigativi inquietanti che fanno affiorare raccapriccianti dubbi sulla liceità dell'attività investigativa della Procura e sui casi di malagiustizia come Knox e Sollecito, Contrada, Tortora e Regeni.1

LA NOSTRA INDAGINE SEMBRA CONFERMARE GRAVI VIOLAZIONI DELLA PERSONALITA' DEL MEDICO, OMISSIONI, MANIPOLAZIONI, INATTENDIBILITA' E FAVOREGGIAMENTO DA PARTE DI MAGISTRATI E POLIZIA DI PESARO ORA  AL VAGLIO DELL'AUTORITA' GIUDIZIARIA COMPETENTE E DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, MA NEL FRATTEMPO MAGISTRATI E POLIZIOTTI INDAGATI SVOLGONO ATTIVITA' INVESTIGATIVA SU CHI LI HA DENUNCIATI, ANZI...IL CONSULENTE INFORMATICO GIUSEPPE DEZZANI, ACCERTATO ESSERE UN MILLANTATORE CONTINUA A LAVORARE PER PROCURE. INTANTO IL FASCICOLO DEPOSITATO ALLA CORTE EUROPEA.

COSA DICONO GLI ATTI:

- I due Pubblici MInisteri di Pesaro Maria Letizia Fucci e Fabrizio Giovanni Narbone procedono in contemporanea a perseguire lo psichiatra senza alcuna collaborazione tra i due uffici dei Pubblici Ministeri, come per legge, ma incaricando gli stessi agenti di polizia giudiziaria tali Maria Cristina Armini, Cristina Battistelli, Christian Spasaro e Antonio De Falco per i due procedimenti, disponendo perquisizioni senza alcuna ragione e con inganno. Infatti un PM dispone per un procedimneto l'acquisizione dei dati informatici, l'altro PM per l'altro procedimento quello dei dati dei cellulari, dando incarico agli stessi agenti e allo stesso consulente informatico, Giuseppe Dezzani e utilizzando poi i dati in entrambi i procedimenti, contro ogni legge processuale e contro la privacy dell'individuo, violando la legge e i diritti dell'individuo;

gli agenti di Polizia Giudiziaria, stiamo parlando di appartenenti alla Polizia di Stato, eseguono le perquisizioni durante l'attività medica psichiatrica in corso alle 15, malgrado i due PM avessero autorizzato, tra l'altro senza alcuna necessità, le perquisizioni in qualsiasi ora, contro ogni legge ed etica o procedura, creando danni ai pazienti;

- lo psichiatra scopre che il consulente tecnico informatico Giuseppe Dezzani é un impostore, un millantatore che anche nei procedimenti che lo riguardano si qualifica come "dottore", addirittura appellandosi così anche in una fattura alla Procura, facendo false attestazioni. Grazie alla denuncia dello psichiatra la Guardia di finanza di L'Aquila scopre non solo che Giuseppe Dezzani non è laureato ma non ha mai conseguito alcun titolo accademico e che autocertificazione per iscrizione all'albo dei periti del Tribunale e esperienze lavorative certificate sono false.

- I due Pubblici Ministeri Maria Letizia Fucci e Fabrizio Giovanni Narbone e  gli stessi agenti di polizia giudiziaria tali Maria Cristina Armini, Cristina Battistelli, Christian Spasaro e Antonio De Falco , a conoscenza di tutto contro ogni onestà anche intellettuale non solo non sospendono il consulente ma omettono denuncia e di indagarlo, anzi lo continuano ad appellare dottore, a dimostrazione di un disegno omertoso e di favoreggiamento. Tale Giuseppe Dezzani ha per anni lavorato per procure e tribunali e per le sue perizie persone sono state condannate, ma alla Procura di Pesaro l'interesse è quello di "salvare" la faccia senza alcuna remora;

Vladimir Fattori, presunta parte offesa, sporge denuncia contro lo psichiatra qualche giorno dopo la maggiore età, in modo da evitare di essere sottoposto ad audizione protetta in presenza di uno psichiatra, coem previsto dalla Carta di Noto. I tabulati telefonici indicano che lo stesso Vladimir  Fattori nel 2014 e nel 2015 ha intrattenuto di notte e di giorno conversazioni telefoniche con utenze intestate a Carabinieri e Polizia di pesaro. Ma Pubblici Ministeri e Polizia omettono questi dati così come omettono che la madre del Fattori, tale Paola Marconi, anche essa ha intrattenuto conversazioni con Polizia e Carabinieri un anno prima della denuncia

 Il GIP di Pesaro Lorena Mussonistando alle informazioni ad ottobre a mezzo pec e email è stata informata delle indagini della Guardia di Finanza di L'Aquila, ricevendone copia.

Ma la stessa Mussoni,nel decreto di rinvio a giudizio del medico fa evidente riferimento alle perizie fatte dal Geometra Giuseppe-dezzani appellandolo dottore,  pur sapendo che lo stesso non lo è,  non facendo il benché minimo riferimento agli atti ricevuti dalla Guardia di Finanza.

Cosa gravissima il Gip Mussoni svolge l' udienza che va fatta  obbligatoriamente  in camera di consiglio in cui rinvia a giudizio il medico, con la presenza del padre del Fattori e la sua Ragazza, che per legge non potevano essere presenti, violando l'art. 127 c.p.p.

 

"... Ma camera di consiglio è anche indicativa di un procedimento disciplinato compiutamente dal codice di procedura penale all’art. 127 c.p.p. e a cui fanno richiamo numerose altre norme del codice. In questo caso “camera di consiglio” sta ad indicare le modalità di svolgimento dell’attività giurisdizionale ovvero le regole con le quali si celebra l’udienza.

 

Le parti (ovvero l’accusa nella persona del PM, il difensore e l’imputati/indagato e la persona offesa con l’avvocato che la rappresenta) hanno solitamente il diritto di partecipare alla camera di consiglio ma non anche l’obbligo.

 

Infatti, una delle caratteristiche peculiari di questo procedimento è quella di non rendere necessaria la partecipazione delle parti (imputato e pubblico ministero), delle persone interessate (persona offesa) e dei rispettivi difensori. L’altra peculiarità di questo modo di svolgere attività giurisdizionale penale è quella dell’assenza del pubblico (pubbliche sono invece in genere le udienze penali)...(da Studio Legale De Lalla);

Vladimir Fattori ha inviato nel 2015 messaggi estorsivi allo psichiatra, chiaramente scrivendo che in caso di mancata corrispondenza della somma di 100 € avrebbe reso la vita professionale del medico un inferno. Polizia e PM omettono i messaggi.

- il PM Narbone, contro ogni diligenza e prassi, non dispone la perizia psichiatrica su Vladimir Fattori, in cura presso lo psichiatra, malgrado lo stesso Fattori soffra di disturbo di personalità;

Il medico è difeso dall' Avvocato Debora Zagami del Foro di Roma, nota nell'ambiente giudiziario per essersi occupata di difese eccellenti anche nel processo D'Antona e Presidente dell'Osservatorio Nazionale Penale.

Il medico è difeso presso la Corte Europea dagli Avvocati A. Lawrence and C.Camp, esperti in diritto internazionale che ritengono la attività investigativa svolta contro il professionista un atto di ritorsione per le numerose denunce fatte dal medico contro la Procura e i poliziotti e presso le Autorità Britanniche e del Commonwealth per le false informazioni fornite dalla procura di Pesaro e in palese abuso e violazione del diritto comunitario il sequestro e la mancata restituzione al Governo di un Passaporto valido.

"Magistrati e Poliziotti di Pesaro coinvolti nella vicenda sono la rappresentazione del sistema giudiziario italiano: pm e poliziotti coinvolti sono soggetti mentalmente insani e criminalmente deviati, soggetti che nei Paesi anglosassoni sarebbero stati sollevati dall'incarico e arrestati immediatamente per stalking e violazione dei diritti umani e associazione a delinquere. ", afferma l'Avvocato Lawrence da Brussels.

In completamento esame atti. Ci scusiamo con i lettori. La verifica delle informazioni è alla base di un giornalismo etico. Grazie